Alboni Maria Anna Marzia
in arte “Marietta Alboni”
Città di Castello, 6 marzo 1826 – Ville d’Avray, 23 giugno 1894
Un mito tra America ed Europa
Appartiene radicalmente alla Romagna una tra le più celebri cantanti liriche della storia.
Marietta Alboni era nata il 06 marzo del 1826 a Città di Castello, in Umbria, da genitori romagnoli. Il padre di lei era infatti di Bagnacavallo mentre la madre era di Terra del Sole, allora Granducato di Toscana. Alboni Eustachio, il padre, era dipendente della “Dogana Pontificia” e per motivi di lavoro era stato in Umbria prima di far ritorno in Romagna. Quando giunse a Cesena il Tenente Alboni prese il comando della locale Dogana Pontificia. I coniugi Alboni avevano sette figli e Marietta era la più piccola. La sede di lavoro del Tenente Alboni si trovava dove ora è la Barriera Cavour, lato levante, mentre la famiglia abitava la casa in angolo con l’attuale Corso Sozzi e Via Mura ponente. Casa e lavoro insomma, tutto allora sotto la parrocchia di San Zenone.
Casa Alboni a Cesena – zona “Barriera” – prima della demolizione degli anni 50
Casa di Marietta Alboni – l’immagine è dei primi del 900
All’età di circa 3 anni ebbe modo di assistere al “Mosé” di Rossini in un teatro di Perugia città ove il padre era addetto alle dogane. Ed ecco, racconta Marietta: rimasi così colpita dal motivo “Dal tuo stellato soglio” che l’indomani mia madre mi trovò al risveglio che canticchiavo questa aria con le lagrime agli cocchi. Spesse volte, racconta Marietta, quando giungevano ospiti mia madre mi faceva cantare questo motivo. Le prime sue esibizioni nella nostra città furono a Palazzo Galeffi dove ora è la Consociazione Repubblicana e quando ebbe 9 anni si esibì nella Basilica della Madonna del Monte dove un frate si meravigliò di questa sua voce: pareva al monaco una ragazza diciottenne e le pronosticò un glorioso avvenire. Marietta, insomma, era una piccola celebrità. Le ricche famiglie cesenati invitavano nei loro palazzi la prodigiosa bambina e forse si riferiva a lei Giovanni Roverella in una lettera del 1836 nella quale si rallegrava della bella cantata di Marietta. Chissà! Fu comunque questo scritto a incuriosirmi a scoprire l’incredibile carriera di questa artista.
Marietta raccontava che il suo amore per il canto iniziò nel 1829 quando accompagnata dai genitori si recò in teatro ove si rappresentava “Il Mosè” di Rossini.
Marietta Alboni
La numerosa famiglia Alboni non poteva permettersi di far studiare la bambina sicché la avviarono al lavoro come apprendista sarta. Ma finito il lavoro – racconta sempre la Alboni – si ritrovava sulle mura vicino a casa a cantare e a ricevere gli applausi del pubblico. Un colpo di fortuna: un biglietto di una lotteria preso l’ultimo giorno e la vincita del primo premio. Acquistò di una spinetta e lezioni dal Maestro Bagioli. Fu in particolare il fratello Leopoldo, uno dei fondatori della Banda musicale cittadina, che le aveva insegnato prima qualche nozione a convincere i genitori perché Marietta studiasse canto. Bagioli Antonio, (nulla a che vedere con l’omonimo cugino padre di Teresa che era in America ,altra grande storia) a un certo punto contattò il grande Rossini – allora presidente onorario del Liceo Musicale di Bologna – affinché ascoltasse la tredicenne Marietta. Si fece allora un concerto nell’allora Teatro Spada, dove oggi si trova il Teatro Bonci, e si rimediò così del danaro per avviare la ragazza a studiare a Bologna.
Marietta Alboni
È bene chiarire che la Alboni è stata l’unica allieva di Gioachino Rossini. A Bologna è nel Coro che debutta alla prima dello “Stabat Mater“ di Rossini (1842) e poi inizia subito con lo “Stabat Mater” una tournée nelle vicine province. A fine dicembre, di quell’anno, debutta alla Scala di Milano ad appena 16 anni: inizia allora una tournée nelle città’ europee. In Italia, nel 1847, viene “rifiutata” dalla Direzione del Teatro Fenice di Venezia, ma dopo pochi giorni sarà lei a rifiutarsi alla “Fenice“. Il 15 novembre del 1847 eccola esibirsi a Cesena con un concerto benefico per l’Asilo infantile nel nuovo Teatro Comunale ora Bonci. Una targhetta posta sotto il busto di Marietta Alboni che è nel Teatro Bonci ricorda quell’unico debutto nel teatro cesenate. Ma il 9 ottobre di quell’anno fu uno dei più bei giorni della sua vita, scrisse la Alboni: si era dunque avverata la lontana profezia del monaco del Monte. Direi che è in quel periodo che la Alboni iniziò ad abitare a Parigi in modo continuativo, lì abitavano anche Rossini e tanti artisti internazionali.
Nel 1852 iniziò una tournée in America. Direttore della Compagnia era Luigi Arditi che scrisse di questa tournée nelle sue memorie: era stato direttore del Teatro Tacon della Avana, il più grande teatro del continente americano. Negli Stati Uniti fu un susseguirsi di successi clamorosi. Nel 1852 vararono un veliero intitolandolo alla nostra Marietta: il “Clipper Alboni” e secondo alcune fonti sulla prua vi era disegnata una colomba con un rametto arancio nel becco. Un grande poeta americano, affermano i biografi dell’uomo, si scoprì poeta quella sera del 23 giugno 1852 alla prima americana di Marietta Alboni – al Teatro Metropolitan a New York – il suo nome: Walt Whitman, il celebre autore di “Foglie d’erba”.
Un grande poeta americano, affermano i biografi dell’uomo, si scoprì poeta quella sera del 23 giugno 1852 alla prima americana di Marietta Alboni – al Teatro Metropolitan a New York – il suo nome: Walt Whitman, il celebre autore di “Foglie d’erba”.
Pensate che nel 2005 a Kansas City nella ricorrenza dei 150 anni di “Foglie d’erba” esposero vari busti di personalità che avevano “influito“ sul poeta Whitman: pochi uomini e una sola donna, la Alboni.
Ma c’è un motivo, la canzone più celebre al mondo, che dicono eseguita e resa celebre per prima dalla nostra Marietta: “La paloma” di Sebastian De Iradier compositore spagnolo che viveva a Parigi. Torniamo velocemente in Europa sempre in quel 1852, in Francia, dedicano una rosa “Madame Alboni” alla cantante: vari arbusti di questa rosa si possono ammirare nel nostra Giardino Pubblico di Cesena, lato Teatro Verdi. Purtroppo la vita matrimoniale della Alboni non fu felice. Sposò una prima volta il conte Achille Pepoli di Bologna, secondo cugino di quel Carlo librettista dei “I puritani” di Bellini, ma il Pepoli morì in giovane età a seguito di una malattia mentale. In seconde nozze, sposò un militare francese, il signor Zieger, che diede ad Arthur Pougin il materiale per scrivere la biografia di Marietta Alboni pubblicata nel 1912 e tradotta in lingua italiana dal compianto Michele Massarelli.
Morì nel 1894,a sessantotto anni, nella sua “Villa La Cenerentola” nel 1894 a Ville-d’Avray nei pressi di Parigi e fu sepolta nel Cimitero di Père-Lachaise. Nel suo testamento la Alboni privilegiò la Francia e la sua città d’adozione, Parigi, lasciando quasi tutti i suoi averi ai poveri della città, pur pensando anche agli italiani colà residenti. Così scrisse nel testamento:
È cantando
praticando quest’arte suprema
e consolatrice fra tutte
che ho acquistato tutta la fortuna
che possiedo, e che lascerò
la vita, con questo dolce
pensiero d’averne disposto
per incoraggiare e per consolare.
Approfondimenti a cura di Lelio Burgini
Fonte: Cesena di una volta